- titolo: The Accountant (id – 2016)
- genere: Azione/Thriller
- regia: Gavin O’Connor
- interpreti: Ben Affleck, John Lithgow, Anna Kendrick, J.K. Simmons
- produzione: Warner Bros
- giudizio: Subdolo
In due parole
Buoni sentimenti conditi con ultraviolenza, bipensiero e neolingua. Come Hollywood asfalta i cervelli.
Recensione:
(Premessa)
Come rendere accettabile l’inaccettabile. La finestra di Overton (o Overton Window) è una tecnica di ingegneria sociale che prende il nome dal suo ideatore Joseph P. Overton 1960-2003.
Overton mise a punto uno schema a “finestre” nel quale possiamo posizionare delle idee.Un’idea “inaccettabile” dal pubblico come potrebbe essere il cannibalismo (soltanto per fare un esempio), viene inserita nella prima finestra (stadio di idea impensabile).
Secondo Overton, qualsiasi idea, anche la più incredibile ha delle finestre di opportunità. Con opportune tecniche di propaganda o, se preferite, di ingegneria sociale, questa idea può di volta in volta essere spostata in altre “finestre fino a essere resa accettabile ma non solo; fino a diventare addirittura legge.
Per dirla in due parole, si manda un nutrizionista in tv a dire che il cannibalismo in alcune circostanze potrebbe essere una soluzione a determinate problematiche. Altri nutrizionisti o magari lo stesso mondo politico insorge definendo pazzo il personaggio. A questo punto si crea un dibattito e la gente che ha guardato la tv inizia a parlarne al bar anche soltanto per sottolineare la follia o la stupidaggine della tv. Ecco che l’idea inaccettabile di cui nessuno nemmeno discuteva si è già spostata in un’altra finestra; quella dell’idea inaccettabile di cui si discute.
Procedendo per gradi si arriva a far accettare e legalizzare l’idea che nel frattempo è stata innestata nella società:
Lo schema di Overton è il seguente:
1. inconcepibile (inaccettabile, vietato)
2. radicale (vietato, ma con delle riserve)
3. accettabile (l’opinione pubblica sta cambiando)
4. utile (ragionevole, razionale)
5. popolare (socialmente accettabile)
6. legalizzazione (nella politica dello Stato)
“Di cosa parla veramente il film The Accountant”
1989. Centro di neuroscienze ricavato da un grazioso alberghetto in legno, stile rustico, sito in mezzo a boschi e montagne, lontano da occhi indiscreti: praticamente l’overlook hotel di shining. Due genitori con i loro figli, uno autistico e l’altro no, vengono ricevuti nell’ufficio del direttore dell’Overlook, praticamente un moderno Dottor Kildare; la madre parla con il medico della dolce euchessina mentre nella stessa stanza, giusto per mettere a loro agio la coppia appena arrivata, una bambina ospite della clinica, sbava, grugnisce e ha la stessa compostezza di chi è stato appena morso da una vedova nera. Il fratello sano osserva lo spettacolo con l’espressione di chi ha appena visto “The Blair Witch Project”; il fratello autistico invece, incurante di ciò che accade attorno a lui, compone un puzzle di 15.000 pezzi alla rovescia. Una volta ultimato, il puzzle non rappresenta un paesaggio paradisiaco adatto a rilassare l’animo sensibile di un bambino ma Cassius Clay nell’atto di massacrare il suo avversario. Il pubblico potrebbe chiedersi (ma non lo farà) che altri puzzle ha in serbo il medico per i suoi pazienti.
“Suo figlio è un bambino straordinario” dice il dottor Kildare togliendosi il miele dalla bocca.
“Lei dice?” gli fa eco la madre “In casa si arrampica sui muri se accendo l’aspirapolvere, e va fuori di testa iniziando a picchiare il cane se vede una maglietta color verde acceso. Non parla, non mi abbraccia, che diavolo di problema ha esattamente? Mi hanno detto che lei è un esperto”.
“Non mi piacciono le etichette” dice il dottore con il miele che gli cola dalle orecchie evitando di nominare l’autismo (all’inizio del film sarebbe un’etichetta). “E’ evidente che i rumori forti e luci abbaglianti rappresentano un problema per lui, se lo lasciate qui sarà in un ambiente protetto” Continua il medico mentre la bambina tarantolata ha una crisi epilettica e fa il giro completo della testa come nell’esorcista.
Finalmente il padre prende in mano la situazione e se ne esce con: “Se gli danno fastidio le luci abbaglianti e i rumori forti, significa che ha bisogno proprio di questo, lo riporteremo a casa e ci penserò io”.
“Lei per caso è stato allievo di Josef Mengele? Chiede il medico
“No, sono il sergente Hartman di full metal jacket” Risponde il padre. Il pubblico potrebbe pensare che tutta la famiglia ha qualche lieve problema (ma non lo farà).
Dissolvenza, oggi: il bambino autistico è diventato un contabile molto ricercato perché la sua capacità di analisi e conteggio ha del sopranaturale; l’unico effetto collaterale del suo lavoro è che ridipinge i muri dei locali dove viene chiamato con formule degne di un astrofisico in crisi di nervi. Ha la faccia di Ben Affleck che avendo la stessa espressività di un lavandino dismesso è adatto alla parte. L’ex bambino autistico non è soltanto un genio; aiuta le famiglie povere in difficoltà e grazie alle sue doti lavora anche per le peggiori e più potenti associazioni criminali del pianeta sistemando la loro contabilità. Questa seconda parte della sua attività include una lieve possibilità di rischio; un cliente insoddisfatto potrebbe infatti gettarlo in acqua con un piedistallo di cemento. Per tutelarsi quindi, il nostro eroe e diventato pure un Ninja, un Terminator, un pilota, l’uomo invisibile e l’incredibile Hulk; ammazza gente a pacchi e a sangue freddo come fossero moscerini e al confronto Rambo è uno sfigato che fa l’uomo delle pulizie in palestra. E’ imprendibile come Arsenio Lupin e può scomparire nel mondo cambiando identità come l’Etan Hunt di Mission Impossible Il merito di tutto questo è del padre che, da buon sergente dei marines, lo ha addestrato, assieme al fratello, a cazzotti in bocca. Appare evidente che nessuno ha capito nulla degli autistici: se li arruoli nei marines, guariscono.
L’unico problema del nostro contabile è che se non gli lasci completare un conteggio, rischia di perdere il controllo e sterminare i clienti; per questo si rinchiude in casa lesionandosi l’udito con gli Iron Maiden a volumi capaci di far saltare i timpani a un sordo, e procurandosi una labirintite a furia di luci stroboscopiche; devastandosi poi gli stinchi con una mazza di acciaio. Praticamente con le tecniche di tortura ereditate da Guantanamo. Poi torna sereno e in tutto questo festival della tortura, ciò che ha trasmesso al pubblico l’espressione di Affleck è l’intera gamma emotiva del lavandino dismesso.
Nella sua carriera è aiutato da una misteriosa voce femminile che tramite telefono gli fornisce ogni informazione o dato utile. Un’amica che sembra avere accesso ai segreti più reconditi di chiunque e che lo guida nelle sue imprese.
Facciamo poi la conoscenza del direttore del tesoro che sta per andare in pensione e non è mai riuscito a identificare e prendere il misterioso contabile presente in praticamente tutti i casi di criminalità della storia. Allora convoca la migliore analista in forze al suo ufficio che, essendo nera, dovrebbe rappresentare l’inclusività di Hollywood ma il direttore la accoglie in questo modo:
“Hai fatto 5 anni alla cia, 3 alla difesa, 2 con gli avengers e 3 con gli x-men; hai risolto i casi più intricati, smascherato i mascherati e adesso sei qui al tesoro; perché non hai mai accettato la promozione e sei diventata un agente operativo?”
“Mi piace di più fare l’analista”
“Sei una troia bugiarda e infame, da giovane sei stata arrestata, hai picchiato un bianco, hai fatto il riformatorio e hai mentito sul tuo passato”
Lacrime
“Scegli: o fai l’analista per me e mi risolvi questo caso, o faccio uscire il tuo passato e ti mando dritta in galera”. (non si comprendono bene le minacce dato che la donna è alle sue dipendenze ma evidentemente questo è l’american style, e di questi tempi è meglio sottolineare come vanno trattati i sottoposti).
Il resto del film è:
lui viene coinvolto nell’ennesima operazione criminale, salva la sfigata di turno che si ritrova in mezzo a un casino per puro caso e che si innamora di lui; ammazza tutti come terminator, ritrova il fratello che lavora come esperto di difesa e lo saluta dandogli appuntamento per una bevuta subito dopo aver sterminato tutti i suoi uomini, l’analista riesce a smascherare il contabile ma a quel punto il direttore del tesoro fa una confessione: una donna misteriosa al telefono (la stessa che aiuta il contabile) gli ha fornito tutte le dritte che gli hanno permesso di fare carriera e adesso che andrà in pensione toccherà a lei prendere il suo posto (dopo le minacce e gli insulti razzisti quindi, viene promossa a vivere da ipocrita come il suo capo). Il lavandino dismesso ovviamente sparisce nel nulla dopo aver regalato un “pollock” (tra le altre cose era pure un esperto di arte) alla sfigata che non può trombare perché deve darsi alla macchia.
Arriva il gran finale:
Siamo tornati alla clinica del dottor kildare ormai vecchio come tutankamen, una nuova coppia di genitori porta al suo cospetto il figlio ed è qui che si palesa la finestra di Overton:
“Nostro figlio non parla, è come fosse sparito, gli serve aiuto, speravamo recuperasse ma non è successo”
“In questo paese viene diagnosticato un caso di autismo a un bambino su 68”
Il medico finalmente nomina apertamente l’autismo e snocciola un dato esatto, peccato si dimentichi di aggiungere che questa statistica è stata resa nota dai cdc degli stati uniti nel 2014 che, se confrontata con quella del 1980 si evidenzia che veniva diagnosticato un caso di autismo ogni 10.000 bambini. Non parla ovviamente del fatto che i bambini americani ricevono 26 dosi di vaccino entro il primo anno di vita e lascia cadere dall’alto la notizia come fosse sinonimo dei tempi che cambiano.
Ma ecco il capolavoro:
“Se lasciate perdere per un attimo quello che vi hanno detto i pediatri e i -non autistici-, pensate se avessimo fatto i test sbagliati per quantificare l’intelligenza dei bambini affetti da autismo? Vostro figlio non è inferiore agli altri, è diverso, le vostre aspettative su di lui col tempo potranno cambiare, potrà sposarsi, avere figli, o forse no, ma se lasciamo che sia il mondo a decidere le sue aspettative, saranno certamente scarse; forse vostro figlio può fare più di ciò che sappiamo e forse non sa come dircelo, o forse siamo noi che non abbiamo imparato ad ascoltare”
Poi il padre del ragazzo vede la bambina dell’esorcista (ormai donna) al computer
“Quella è mia figlia, dice il medico, è per lei che ho aperto il centro, ha smesso di parlare 30 anni fa e comunica con un computer che parla al posto suo. Il tutto donato da privati molto generosi” (il contabile ndr).
“Ma quello è un computer a 32 processori positronici con lame rotanti, fiamma di megalopoli e goldrake incorporato”
“E’ un buon computer?”
“Scherza? Con quello entra ed esce dal pentagono”
Chi pensava bastasse un hacker con un portatile evidentemente non ha capito niente, e così abbiamo scoperto che l’amica misteriosa del contabile è l’indemoniata vista all’inizio. Morale: come sdoganare l’autismo per incorporarlo nella nuova normalità
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